L’Infuso di Natale
delle 17 di mercoledì 25 dicembre 2024

 

LETTERINA DA BABBO NATALE A ME 

 

 

Caro Babbo Infuso,


sono Babbo Natale.

Immagino che non te l’aspettavi e quanto possa risultarti incredibile questa mia letterina a te. Siccome son decenni e decenni che non ne ricevo più – eh già, è proprio così, come a breve ti spiegherò – mi son detto: “Ohibò, perché non inizio a scriverne io qualcuna?”, ed eccomi qua. Non sei l’unico, ma se una delle mie letterine è indirizzata proprio a te non è un caso.

Ogni anno milioni di bambini nel mondo si prendono la briga di informarmi su quanto siano bravi e buoni, ponendo la questione quale condicio sine qua non per ottenere i regali. Anche tu facevi così, me lo ricordo… ma qualche marachella me la raccontavi, cosa che apprezzavo molto. E così fa anche tua figlia. Ma – buon Dio dei folletti – ti pare che io stia qui a premiare dei viziati bimbominchia sulla base di una valutazione fondata sulla separazione dei concetti di bene e male? Ma sul serio ci credete? Non credete più in me ma credete in questo?

Voglio essere sincero con te, Babbo Infuso. Tranquillo, tutti gli adulti per me sono Babbi. Come una sorta di riconosciuta parità? Macché! Babbo nel senso di babbasone, credulone, stolto. Senza offesa. Voglio essere sincero con te, dicevo, nel confessarti che non me ne frega una mazzarella candita del senso delle azioni che voi adulti definite buone, e che inculcate certosinamente nelle menti e nell’animo dei vostri figli.

Ma sul serio credete che essere buoni consista nell’ubbidire? Nel fare i compiti? Nel prendere bei voti? Nel mettere a posto la propria cameretta? Nel non far arrabbiare mamma e papà? Com’è che dite quando un bambino è particolarmente buono secondo voi? Ah, sì, dite “dove lo metti sta!”. Dove lo metti sta?! Ma voi non volete dei figli, volete dei soprammobili! Correggimi se sbaglio: se un bambino sta dove lo metti allora è buono, se non ci sta – anche figurativamente parlando – è cattivo. E se è cattivo non merita regali! È cattivo perché dove lo mettete non ci sta, sempre figurativamente parlando? Che follia! Seguendo questa logica, anche i calzini sono cattivi: li metti in lavatrice ma uno dei due non lo ritrovi quasi mai lì nell’oblò in cui lo avevi infilato! Siete fortunati in questo caso che ci sia Madama Befana a riempire calze e calzettoni spaiati con dolciumi di ogni sorta. Sempre se siete stati buoni, come piace dire a voi. Che follia! Sottovalutate il potere pedagogico della marachella. Sono proprio le cosiddette pecore nere che fanno avanzare questo mondo.

Ma comprendo eh, comprendo… voi affibbiate ai vostri figli il senso del valore di sé così come voi lo avete di voi stessi, inculcate loro gli stessi parametri valutativi con cui vi sentite valutati a vostra volta ed alimentate il senso dicotomico dell’esistenza che – ormai dovreste saperlo, babbi che non siete altro – è la causa di tutti i mali di questo mondo. E ci marciate anche! Quante volte dite ai vostri figli: “se non fai questo, se non fai quello, se non ubbidisci eccetera, Babbo Natale non ti porta i regali”? Usate me per portare a termine il vostro nefasto ricatto parentale, ma io non sono e non sarò mai vostro complice! Usate me per nascondere la vostra inadeguatezza; usate me perché non avete il coraggio di mostrarvi a vostri figli per quello che realmente siete: dei subdoli estorsori di supina e condizionata ubbidienza, che mascherate e confondete però con quell’abusato paradigma dell’esser buoni. A Natale siamo tutti più buoni. Ipocriti! Ignoranti! Usurai energetici! A Natale le vostre famiglie spesso si massacrano! Basta nascondervi dietro di  me e usarmi per i vostri crimini “educativi”! Non è così che si trasmette quello che definisco il sentimento del meritare ciò che si desidera. Così facendo, finirete solo con l’allevare una nuova razza di schiavi, come lo siete voi! Io non porto doni per queste motivazioni. Non me frega una mazzarella di liquirizia se un bambino è stato buono o cattivo secondo la vostra logica, e infatti non sposto un dito di renna per scomodarmi nell’andare qua e là per il globo a consegnare pacchetti con prodotti industriali! Questo lo fa il famigerato arconte Bezos, per desiderio vostro, e non io per desiderio dei vostri bambini! Io non spaccio giocattoli e aggeggi elettronici appositamente concepiti, studiati e realizzati per orientare le giovani menti alle future guerre, alle future identità, a futuri valori e orientamenti sociali, a come si dovrà in futuro amare o cosa sarà più gustoso o opportuno in futuro mangiare. Dovete smetterla di fare tutto ciò in mio nome. Non è questo il motivo per cui esisto.

Sai in che consiste realmente il mio lavoro, caro il mio Babbo Infuso? Nel godere della magia della vita. Le letterine? Ormai non mi date neanche più il tempo di prenderle dopo averle esposte per me, che appena i vostri figli vanno a dormire le fate sparire! Ma ciò che scrivono i bambini mi arriva eccome: avviene telepaticamente tramite la forza delle loro intenzioni. I doni, i regali? Ma se siete voi a comprarli, impacchettarli e infilarli sotto l’albero! Voi fate il lavoro per me, e grazie! Anche il mio team di elfi ringrazia. Pensate che ve ne voglia per questo? Pensate che sia triste, che mi senta inutile e annoiato? Siete proprio dei babbi babbani… Io vi ringrazio, perché mi evitate la parte più superficiale e meschina del lavoro. E inoltre fate campare abbondantemente me e tutta Babbolandia con i diritti di immagine: dalle vostre pubblicità, dalle luminarie, dalle vostre cartoline popup, dai vostri manifesti, dai vostri film – non se ne può più –, dagli sterminati eserciti di controfigure fuori dai vostri centri commerciali con quell’improbabile barba posticcia – si vede benissimo che è finta – , dal merchandising fatto di adesivi, decorazioni, maglioni brutti, inquietanti pupazzi appesi ai balconi, robottini che scuotono il sederino e a ritmo dicono “Oh! Oh! Oh!”, dalle canzoncine – io stesso le ho bandite dal Polo Nord, o da ogni luogo pensate io dimori – e, soprattutto, dalle vostre infime bibite gassate fatte di acqua avvelenata! Oh sì! Mettete il mio cappellino anche sulla scatola del tè! E poco importa se mi cambiate alla bisogna il costume per esigenze di marketing: lo volete dorato? Ma certo! Lo volete verde? No problem, tant’è che San Nicola – che non sono io, semmai una sua proiezione commerciale – me ne ha imprestato uno bellissimo; lo volete rosso come il logo delle bibite avvelenate di cui sopra? Detto, fatto! Diritti, diritti di immagine a me! Ah, Ah, Ah! Persino dai vostri giochini erotici: anche il Babbo e la Babba Natale sexy avete inventato, ridicoli… Mi avete messo ovunque. Non sono io ad aver bisogno di voi, siete voi ad aver bisogno di me, per svolgere le vostre illecite attività di controllo, manipolazione e asservimento delle future generazioni in mio nome. Un po’ come fanno le grandi religioni monoteiste con l’invenzione del Dio unico, del quale mi avete reso una specie di commesso viaggiatore che consegna bomboniere a domicilio per l’avvento annuale della nascita del suo figliolo. Siete dei piccoli papi, oltre che babbi, miei cari genitori di Natale. Ma io non sono quello per cui voi mi usate.

Ti starai chiedendo, quindi, caro Babbo Infuso, cosa io sia allora, ammesso che esista, vero? Beh, voglio dirtelo, cosicché tu possa comprendere qualcosa in più della realtà infinita.

Io sono i folletti, gli gnomi e le fate, i draghi, la fenice e gli unicorni, i supereroi e le supereroine, i principi e le principesse, gli orchi e le streghe, i demoni e gli angeli; sono la scintilla che dimora nei cuori, sono la speranza – so che questa parola non ti piace, ma tant’è –, sono l’immaginazione creativa, il sogno, il viaggio, il desiderio, la magia che esiste in ogni essere; sono la fantasia che genera, la creatività che nutre, sono energia, sono fuoco, sono vita, sono la forza, la possanza, il lato oscuro e quello luminescente assieme; io sono il popolo degli esseri mitici, la divinità interplanetaria, la forma energia archetipica, il Sé Superiore, Il Kin galattico, la Runa norrena, il Tarocco, l’Ankh egizio, il Sigillo di Salomone, La Monnalisa, il David, gli orologi molli di Dalì, le sette, le settecento, le settemila meraviglie del mondo; io sono la poesia, sono l’infinito di un paesaggio, sono l’emozione incarnata nel sorriso degli innamorati, sono la meraviglia nel gioco di un bambino che non ha giochi… Io sono tutto ciò che trascende ciò in cui state perdendo voi stessi.

Io non porto doni, io sono il dono.


Voglio concludere questa mia, facendo stavolta io una richiesta a te:

per Natale, per i giorni a seguire, per ogni minuto della tua esistenza,

sii tu stesso il dono che l’Universo ti chiede.

Con Amore e Magia

 

 

 

 

2 comments on “LETTERINA DA BABBO NATALE A ME

  1. Ti ringrazio babbo di ricordarci
    Quello che siamo ciò che dovremmo
    Seminare curare lasciare che cresca
    In noi ciò per la quale stiamo passando in questo imbuto
    Quello che ci sarà dopo non so ma
    So che avremmo messo un altro
    Mattone di consapevolezza

  2. Quale Meraviglia !
    Ri- cordar-Si, di Essere ciò che si È , guarendo dal Virus dell’ Amnesia,
    scuotendosi di dosso le pulci succhiatrici di
    Vita,
    tornando a Brillare di Sovranità dell’ Essere!
    Vale l’ Impegno!
    Grazie Babbo Natale!

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