L’Infuso delle 17, di mercoledì 18 dicembre 2024
COSA STIAMO INSEGUENDO
#1 Dire fare baciare
Un giorno mi piacerebbe andare al mare. Un giorno mi piacerebbe volare. Un giorno mi piacerebbe innamorarmi. Un giorno mi piacerebbe essere libero. Un giorno mi piacerebbe essere ricco. Un giorno mi piacerebbe imparare l’inglese. Un giorno mi piacerebbe andar tutti d’accordo. Un giorno mi piacerebbe guarire. Un giorno mi piacerebbe esser solo. Un giorno mi piacerebbe non esserlo più. Un giorno mi piacerebbe rivedere chi mi ha amato. Un giorno mi piacerebbe andare in pensione. Un giorno mi piacerebbe perdonare. Un giorno mi piacerebbe vivere. Un giorno… ora no, ora ho paura. Un giorno mi piacerebbe non averne.
#2 È normale?
Mio padre vorrebbe un figlio normale, come ce l’hanno tutti i suoi amici. Si laureano, inseguono una carriera, il matrimonio, una famiglia, una bella casa, una bella macchina, Sharm el-Sheikh, il mutuo per la seconda casa, la terza, la seconda macchina, il telefonino ultimo modello, bei vestiti, Dubai, l’azienda di famiglia, le tasse, l’iva, le rate, l’Ikea, il credito al consumo, il black friday, le vacanze, la quattordicesima, il cesto natalizio, i vaccini, gli antibiotici e il telegiornale, Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi, e le altre feste comandate…
Mi padre vorrebbe un figlio normale, ma non lo vuole: sa che finirebbe il divertimento.
#3 L’oro in bocca
Mi sveglio al mattino e sono già di malumore.
Il pensiero si insinua ancor prima di aprire gli occhi. Mi fanno male le lombari, mi fa male la testa, mi fa male il ginocchio, mi fanno male i denti… mi fa, mi fa, mi fa…
Devo alzarmi ma non mi va. Devo.
Devo guardare il telefono. Devo già rispondere ai messaggi. Devo.
Mi alzo. Devo fare pipì. Devo bere.
In quello stato, l’ultima sensazione che mi aspetterei di sentire sul mio volto è quella del sorriso. Il mio volto è appeso, contrariato. Devo
Mi devo lavare, mi devo vestire, devo preparare le cose, svegliare qualcuno che non ne vuole sapere. Mi incazzo. Devo. Insisto. Devo. Senno perché lui sì e io no? che sono il coglione di turno io? Forza, vieni giù, per la miseria. Devo andare in palestra. Dopo.
Devo uscire. Ma prima piscio il cane, pappo il gatto. Devo.
Devo fare colazione, ormai è tardi, dopo. Devo defecare, Dopo. Devo. Prima devo accompagnare. Devo andare al lavoro. Devo parcheggiare. Non dovevo fare colazione? Devo fare cose. Devo.
Devo pagare, devo, bollette, multe, tasse, tributi. Devo versare l’iva. Devo. Prima devo andare dal commercialista, dal fiscalista, dal geometra, del notaio, dall’estetista, dal medico di base, dallo specialista, dal chiromante, dall’otorinolaringoiatra. Devo.
Devo bere. Devo. Devo passare dal dentista. Devo tornare al lavoro. Devo fare pausa caffè, pausa sigaretta, pausa pranzo. Devo. Devo ricominciare. Devo fare cose. Devo andare a casa. Devo andare in palestra. Dopo. Devo fare la spesa, devo consegnare i bollini sennò mi scadono, devo. Devo cucinare. Devo lavare i panni, devo asciugarli, devo riporli, devo. I piatti. Differenziare monnezza. devo Devo uscire con gli amici, devo chiamare la mamma, devo riprendere i figli. Devo mangiare, devo digerire, devo fare sesso. Devo. Devo guardare l’ultima serie, l’ultima puntata, l’ultima parte. Devo lavarmi i denti. La doccia. Devo. Devo leggere. Devo Bere. Devo farmi una canna. Devo. Devo mettermi a letto. Devo di nuovo pisciare il cane, prima. Devo mettermi il pigiama, poi. Devo.
Devo spegnere le luci. Devo guardare il telefono. Devo spippolare le ultime cazzate sui social. Devo. Devo dormire. Devo riposare. Devo sognare. Non riesco a dormire ma devo. Non riesco più a sognare, ma devo.
Mi devo svegliare. Devo
E sono già di malumore…
#4 La corsa
Continua ad essere una fottutissima corsa.
Siamo levrieri in un cinodromo ovale che inseguono una lepre meccanica che non potranno mai afferrare. Per quanto possiamo correre veloci, ciò che inseguiamo sarà sempre un passo avanti a noi.
#5 L’esca
– Ce l’hai?
– Ce l’ho.
– Ora non perderlo di vista. Cosa vedi?
– È appena entrato nel vicolo.
– Seguilo, non perderlo.
– Ci sono. È un vicolo cieco. È di spalle. Si è fermato.
– Tieniti a distanza, non farti notare. Cosa fa?
– Si accende una sigaretta.
– Bene. Avvicinati piano senza destar sospetto…
– …
– Ci sei?
– Ci sono. Non ha avvertito la mia presenza.
– Quanto ti manca all’obiettivo?
– Ci sono quasi.
– Mantieni la concentrazione…
– Ci sono…
– Ora. Sai cosa fare.
– Ma… ma…
– Cosa c’è? Cosa succede?
– …
– Rispondi! Mi senti? Cosa accade? Rapporto!
– L’obiettivo… è…
– Cosa? Cosa?
– È … sbagliato.
– Impossibile. Descrivimelo.
– Lui è… lui è…
– Cosa? Chi?
– Lui… sono… io.
– Perfetto. Ora, porta a termine la tua missione.
#6 Haiku?
Sarebbe tutto perfetto, se solo fosse come immagino:
non due ma tre
non giallo ma verde
non carne ma pesce
Mi risuona moltissimo specie il risveglio anche se ho smesso di farmi le canne già da qualche anno. Ne ho 73 e la giostra ha i suoi alti e bassi.. voglio vedere come va a finire