Ogni cosa esistente è un sistema di informazioni.
Ogni cosa su questa terra è simbolo, allegoria, messaggio.
Ogni passo è possibilità di apprendimento ed evoluzione.
Ogni sofferenza e disagio può trasformarsi in un tesoro prezioso via via che impariamo a Vedere.
Parlare di Guarigione, liberazione, trasformazione autentica, equivale per me a parlare di alchimia interiore dell’anima e, contemporaneamente, dell’Universo di cui, noi siamo, una semplice, straordinaria espressione: è un’iniziazione personale.
INIZIAZIONE significa aprire la porta al mistero che Siamo nel profondo di noi stessi,
vivere un processo alchemico di guarigione e liberazione significa attraversare quella porta…
L’anima ha una storia.
O meglio, l’anima è una storia.
Questa storia è un racconto che solo l’anima conosce e può narrare.
La storia di un’anima è una storia antica, lunga, intensa.
Eppure è una storia ineluttabilmente presente, tutta concentrata nel presente che l’anima vive, poiché, al di la di questa dimensione, il tempo non esiste se non, casomai, in forma di continuato presente: ogni istante presente contiene tutto il tempo, tutto lo spazio, e ogni frammento di questa storia.
Ogni cosa che viviamo, su questa terra, ogni conquista, ogni caduta, ogni malattia, ogni guarigione, ogni incontro, ogni apprendimento, ogni prova, ogni tormento, ogni nodo e ogni scioglimento hanno un posto unico e ricco di profondo significato all’interno della storia della nostra anima, una storia che non volge al passato, che non esiste per guardare indietro, bensì, per vibrare nel presente affinché l’anima possa compiere e apprendere ciò che qui, in questo preciso momento, è chiamata a compiere e ad apprendere per sua stessa scelta.
Vivere significa imparare, indipendentemente dal fatto che l’accettiamo oppure no, il destino si incarica, con “giustizia” assoluta – una giustizia che ben poco ha a che fare con le idee morali di giusto o sbagliato – di far sì che ognuno impari proprio quello che deve e ha scelto, che spesso è ciò che meno vuole accettare e a cui oppone la massima resistenza. Il destino (nostra scelta), diviene comprensibile nella sua totalità, solo se riusciamo ad ascoltare la storia della nostra anima, vita dopo vita, e soprattutto, poiché il presente contiene tutto il tempo, la sua “storia” nella nostra vita attuale.
Ogni anima ha le sue prove, in questo momento presente. Sarebbe abbastanza difficile spiegare a qualcuno – senza leggere la storia della sua anima e quindi, le sue scelte, il senso di queste prove, il fine a cui queste prove devono condurlo – come mai proprio lui sia muto, paralizzato, malato proprio di quella precisa malattia, nato in una famiglia felice o disastrata, vittima di violenze e/o violento, fragile di salute, figlio di delinquenti o figlio di santi, abbandonato e rifiutato o amato e sostenuto etc.
È infatti abbastanza difficile scorgere in queste differenze, a prima vista, o seguendo processi mentali un briciolo di significato. La vita senza comprendere il significato e il fine a cui le cose, anche le più dure ci conducono, è insopportabile per l’uomo. Solo quando l’uomo è pronto a sciogliere la sua vita dalla cecità del sentirsi casualmente più o meno “fortunato” o “sfortunato” e a considerare invece che tutto ha un senso, proprio tutto, e che siamo parte di una Storia che abbiamo scelto, una storia che è, in realtà, ogni parte di “noi”, specificatamente “noi”, e che la nostra vita presente non è che un anello di una lunga, lunghissima catena, solo allora l’uomo è in grado di riconoscere il significato e la fondamentale giustizia del proprio “destino”. Ogni blocco, ogni malattia, ogni ferita, così come ogni conquista, hanno una storia che è parte della storia della nostra anima. Il destino di una vita è il risultato del processo di apprendimento vissuto fino a quel momento nella sua globalità. La presa di coscienza e l’espansione della coscienza stessa è la via della trasformazione, della “crescita” e della guarigione. E non c’è altra via.
La storia dell’anima esige dall’uomo l’assunzione della piena responsabilità del proprio destino.
Il rifiuto che tanti esprimono verso un risveglio della coscienza autentico è, in ultima analisi, ben comprensibile: assumersi la piena responsabilità del proprio destino richiede un enorme coraggio. Per questo ci si è dati tanta pena per costruire teorie, dogmi, chiese
e tribunali, templi della scienza, esperti di ogni cosa ai quali svendere intelligenza e buon senso, guru prodotti in serie, regole su regole, apparentemente in modo così perfetto, per liberare l’uomo dalla propria libertà, dalla propria responsabilità e dal proprio potere e
proiettare la colpa sulle società, sulla cattiva sorte, su un nemico esterno a noi etc.
Quando noi nasciamo la nostra anima non è vergine, non è una pagina bianca, ha una storia appunto, eppure in qualche modo lo è, così come ogni giorno, al levar del sole, è un giorno nuovo. L’alternanza continua di vita e morte nel grande vento, vorticoso eppure delicato, delle
incarnazioni, è l’ingrandimento del ritmo giorno-notte. Quando noi ci svegliamo la mattina, per dare inizio a un nuovo giorno, questo nuovo
giorno davanti a noi intanto è vergine, e dipende da noi utilizzarlo e configurarlo in un modo o nell’altro. D’altro canto però questo nuovo giorno è segnato da quello che abbiamo fatto e vissuto nei giorni precedenti. Questo reciproco influsso tra passato e nuove possibilità di ogni giorno, può essere trasposto per analogia ad ogni “nuova vita”. Certamente ogni nuova vita è una nuova chance, contiene tutte le possibilità e, tuttavia, rispecchia i problemi, gli errori, le conoscenze con cui ci siamo fino a quel momento confrontati. Proprio come una persona all’inizio di un nuovo giorno non può cancellare le azioni, i pensieri e gli avvenimenti dei giorni precedenti, così anche l’uomo, ad ogni nuova incarnazione, non può buttare al mare il passato, ma deve continuare a tessere il filo che ha fino a questo momento tessuto.
L’uomo ad ogni incarnazione, inizia esattamente al livello di evoluzione raggiunto e trasforma il sapere concreto in maturità, capacità e disponibilità ad apprendere ancora e ancora…
E’ vero, ad un livello non ricorda. O ricorda qualcosa che non sa bene di ricordare ma intuisce. Ma l’anima, oh l’anima ricorda tutto. Perfettamente. E, ad un certo punto, ad un punto preciso scelto e già scritto, accade qualcosa, qualcosa che risveglia e riattiva nell’anima la memoria di un evento, di una ferita, di un trauma che in un tempo lontano, dette avvio alla prova che deve essere ancora superata e che l’anima è qui per superare. La storia ritorna e diventa presente, e il presente di questa vita la nostra nuova, grande opportunità.
Le anime parlano, e parlano molto chiaro se si sa ascoltare, un discorso scintillante e preciso come la struttura dei cristalli. E nel parlare della loro storia, le anime si raccontano così… Avete presente quando buttiamo un sasso in un lago? Il sasso buca la superficie dell’acqua e produce, increspando la superficie piatta dell’acqua, una dopo l’altra, piccole onde concentriche sempre più larghe che poi, naturalmente, sull’acqua svaniscono. Ecco, immaginate che l’acqua sia la vostra anima, e che quel disegno di onde concentriche non svanisca ma si cristallizzi in modo che a lungo possiate osservarlo, immobile.
Quando un’anima narra la sua storia, è così che lo fa, attraverso un disegno a onde concentriche.
Il sasso che cade rappresenta il cuore della sua storia, un punto e un tempo precisi in cui è avvenuto qualcosa che ha dato avvio, nella nostra anima, alla sua principale prova da superare e che ha rotto l’equilibrio, l’equilibrio in cui, fino a quel momento l’anima si trovava. Quel sasso che nella vita presente ci travolge, (trauma, ferita), e che attraverso il corpo vasto e ricco di sfumature delle nostre emozioni esprime il suo potere di produrre onde e di incrinare così un equilibrio, non cade di certo a caso. Anch’esso appartiene già alla lunga storia della nostra anima e semplicemente risveglia l’antica memoria di qualcosa che dobbiamo affrontare, di una lezione da apprendere, della nostra prova. Mettiamo, facendo un esempio qualsiasi, che nell’anno 1342 d.C. all’età di 10 anni, in qualche parte del mondo, la mia anima abbia vissuto non so, una violenza terribile che all’epoca condizionò tutta la vita e dette inizio alla mia prova da superare, in questa vita, all’età di 10 anni, accadrà qualcosa, magari qualcosa di meno eclatante ma sufficiente a risvegliare nell’anima quella memoria che mi chiederà di nuovo di confrontarmi con quel qualcosa che non ho ancora compreso, risolto, integrato: una lezione per la mia evoluzione che non ho ancora appreso e che sono di nuovo qui per apprendere.
Quel sasso rompe l’equilibrio, la calma del mio giorno nuovo, della mia nuova vita in cui mi sono incarnato. E poiché la vita tende sempre all’equilibrio, (questa è una delle leggi dell’universo), ad una prima increspatura dell’acqua/anima ne seguirà per risposta altra,
e poi un’ altra ancora e poi, a sua volta, per trovare un nuovo punto di forza o di fuga, un’altra ancora e così via.
L’equilibrio che l’anima raggiunge via via, lungo la vita, è sempre il miglior equilibrio possibile. Il migliore che è riuscita a creare. Come un albero che crescendo incontra un muro e si storce, poi incontra un altro ostacolo e continua a crescere deviando ancora la direzione del suo tronco: anche un albero così, tutto storto, è un albero perfetto nel suo equilibrio. Tuttavia gli equilibri che noi creiamo nel corso della vita esistono per mutare, poiché siamo qui per trasformarci ed evolvere, per crescere e imparare. Queste increspature a onde concentriche cristallizzate nell’anima contengono un codice, una sorta di chiave, per osservare e sciogliere quello che io chiamo lo “schema di blocco”
di un anima. Una sorta di equilibrio inconscio in cui l’anima resta imbrigliata trovandosi a ripetere sempre gli stessi processi, a confrontarsi con gli stessi sintomi e malattie, sofferenze e difficoltà, fragilità e paure, dinamiche di relazione, cadute e muri oltre i quali non riusciamo ad andare etc.
Conoscere la storia di un’ anima è un grande sostegno, non tanto per indagare o analizzare il passato che, di fatto, non esiste, quanto perché appunto, quella storia produce un codice, un codice di guarigione che indica una via, ci indica qual è il fine delle nostre prove, cosa in qualche modo dobbiamo integrare, dove dobbiamo giungere, dove l’anima vuole condurci; ci permette di vedere e di vederci da una prospettiva diversa della coscienza, una coscienza più espansa, più lucida, più pronta per trasformare e guarire il nostro presente.
E le anime desiderano essere ascoltate.
Io ho un dono.
So ascoltare le anime.
Le anime si raccontano a me e il mio compito è, restituire alla persona ciò che la sua anima mi ha detto.
Sarò felice di essere al servizio di chiunque desideri e mi chieda di ricevere una lettura della propria storia animica.
Valentina Cidda Maldesi/Anabel