Che l’amore cambi le persone è una sciocchezza, una bugia.
La paura cambia le persone; il timore del giudizio sociale cambia le persone; la schiavitù alla disciplina, il condizionamento della falsa morale che divide le cose, le separa, schierandole, invariabilmente, dalla parte del torto o della ragione senza ponti nel mezzo, senza collegamenti, solo per insegnarci ad essere obbedienti invece che felici.
Il mondo cerca di convincerci che c’è un nemico invisibile, la fuori, sempre pronto ad attaccare, che c’è una condanna sospesa sulle nostre teste, che questo o quest’altro si deve o non si deve fare…che c’è un virus che ci attacca, un ladro dietro la porta, un assassino dietro l’angolo della via della Libertà, una malattia da cui difendersi…il caos che ci divorerà…
Così, per eludere il castigo di un male futuro, che esiste solo nella testa e che non possiamo vaticinare con certezza, viviamo in uno stato di sottrazione quasi perenne: questa sottrazione, questo furto di cui siamo, simultaneamente, artefici e vittime, difende il corpo esteriore, il suo reticolo di assiomi accademici, ma fiacca lo spirito, lo indebolisce, privandolo della possibilità di essere libero e di esprimersi con la spontaneità che gli è propria, perché lo spirito ha le movenze e l’Intelligenza sacra di un bambino…
E allora dove sta la vera malattia? Nel nemico invisibile da qualche parte la fuori, o nel cuore costretto a uno sforzo di involuzione e snaturamento? Sono queste le cose che “cambiano” le persone.
Vivere per difendersi costantemente da qualcosa, camminando a testa bassa e spalle ricurve in schemi preconfezionati che promettono certezze impromettibili… poiché non v’è certezza alcuna nell’Universo…
Le regole della profonda etica interiore nascono per coadiuvare il vivere civile; i dogmi, invece, producono schiavi, generano prigionieri, labirinti in fil di ferro dentro i quali impariamo a pascolare, arresi all’idea che non esistano alternative possibili. Ma se così fosse, se la nostra anima ne fosse sinceramente persuasa, non sentiremmo quest’ansia nel petto, questa frenesia che proviamo a sedare, scudisciandola con la ferocia dei sensi di colpa, e che pure certe volte si ribella alla frusta, incalzandoci verso il fil di ferro, verso i margini del recinto, per scoprire se esiste – ed esiste – un varco, un punto cedevole nel quale, alcuni di noi, sarebbero disposti a passare, anche a prezzo di lacerarsi la carne.
Siate tra quelli!
Perché oltre il recinto c’è la Vita, e la Vita vale qualunque prezzo. La parte incorrotta di noi, la parte selvaggia, non inquinata dai sabotaggi mentali e dai condizionamenti imposti, lo sa benissimo. Se non lo sapesse, non sentirebbe il bisogno di avvicinarsi al perimetro spinato e continuerebbe a pasturare beatamente. Cambiare vuol dire diventare altro da noi, manipolare la nostra natura autentica e farne cosa diversa, cosa lontana dalla sua dimensione pura, originaria. Quale sentimento sano, quale condizione indubitabilmente buona, ci costringerebbe ad essere quello che non siamo?
L’amore non cambia le persone: fa l’opposto, semmai, esortandole a diventare ciò che sono, ciò che sono davvero, intimamente, dividendo l’essere dal dover essere e perciò affrancandole dal pericolo di abiurare la propria identità.
L’amore ci legittima, ci rende giusti di una giustizia che, pur non essendo impermeabile all’errore, ai fallimenti, ai passi falsi, si compie nell’incontro con noi stessi e nel miracolo che da questo incontro viene. È un percorso irrefutabile, per niente facile, con picchi di dolore acutissimi: smantella le convinzioni sintetiche, le sicurezze mendaci che l’inclemenza del nostro giudice interiore aveva prodotto – “trasformandoci”, depredandoci – e finalmente, tra le doglie della verità, ci partorisce.
C’è chi non lo intraprende mai. Chi, incamminatosi di buona lena, dopo un po’ s’arresta. E chi, invece, arriva fino in fondo, sfidando a duello la più potente delle triadi, le tre sorelle demoniache: l’orgoglio, la paura e la vergogna.
Se le vince, se trova il coraggio che trovò Eva nel mangiare la mela della conoscenza, pur contravvenendo agli ordini, grandi Magie si aprono davanti alla soglia dell’Essere…qui e ora, su questa terra…
Disobbedite…
Con amore, con saggezza, con coraggio…siate Chi davvero Siete.
Disobbedite…
La disobbedienza è interiore. La rivoluzione concerne l’essere. L’anima ha una potenza di Fuoco che nessun esercito può vantare…
“Puntatele pure contro il fucile, nessuno comanderà all’allodola di fermare il suo canto.”
grazie a Antonia Storace